Nel libro è narrato di una giovane sportiva che, senza nulla modificare della propria esistenza, comincia in modo del tutto occasionale un'avventura con una donna più anziana di lei e, lungi dall'esserne dispiaciuta, continuerà la sua vita di sempre anche dopo essere stata testimone dell'omicidio della sua maestra di tennis, con cui aveva iniziato una relazione.
È un racconto inedito dai risvolti noir, dal titolo "La Tennista", ma è anche un saggio sul piacere personale, in cui il lettore viene invitato ad interrogarsi fino a che punto sia lecito soffocare le proprie passioni ed essere costretti a sensi di colpa per essersi spinti oltre confini stabiliti da una morale ormai, per certi versi, obsoleta e non più al passo con i tempi, rifacendosi al pensiero di Oscar Wilde, il valente scrittore che ha molto sofferto per professare le sue idee.
È una storia che, almeno in parte, è vera.
È stata ispirata all’autore dal racconto di una sua paziente quando, per sei anni, ha svolto la sua professione di medico in uno dei principali ospedali specializzati nella cura delle malattie infettive, fra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80, dove ha potuto raccogliere le confidenze di una ragazza molto simile alla protagonista.
Non si tratta di un lavoro dedicato all'erotismo fine a sé stesso, ma vuole disegnare l'Italia degli anni 80 quando, morire di AIDS, era considerata una vergogna.
Questo racconto può essere interpretato come un inno alla libertà.
(Lao Ce)
Nel libro è narrato di una giovane sportiva che, senza nulla modificare della propria esistenza, comincia in modo del tutto occasionale un'avventura con una donna più anziana di lei e, lungi dall'esserne dispiaciuta, continuerà la sua vita di sempre anche dopo essere stata testimone dell'omicidio della sua maestra di tennis, con cui aveva iniziato una relazione.
È un racconto inedito dai risvolti noir, dal titolo "La Tennista", ma è anche un saggio sul piacere personale, in cui il lettore viene invitato ad interrogarsi fino a che punto sia lecito soffocare le proprie passioni ed essere costretti a sensi di colpa per essersi spinti oltre confini stabiliti da una morale ormai, per certi versi, obsoleta e non più al passo con i tempi, rifacendosi al pensiero di Oscar Wilde, il valente scrittore che ha molto sofferto per professare le sue idee.
È una storia che, almeno in parte, è vera.
È stata ispirata all’autore dal racconto di una sua paziente quando, per sei anni, ha svolto la sua professione di medico in uno dei principali ospedali specializzati nella cura delle malattie infettive, fra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80, dove ha potuto raccogliere le confidenze di una ragazza molto simile alla protagonista.
Non si tratta di un lavoro dedicato all'erotismo fine a sé stesso, ma vuole disegnare l'Italia degli anni 80 quando, morire di AIDS, era considerata una vergogna.
Questo racconto può essere interpretato come un inno alla libertà.
(Lao Ce)